lunedì 7 novembre 2022

Gli aspetti psicologici dello smartworking



Oggi sono stato intervistato da Max Furia di ITCore Group per un podcast prodotto in collaborazione con Cisco Italia sugli aspetti psicologici dello smartworking. Il podcast sarà diffuso sulle principali piattaforme digitali. 

Rifacendomi a ricerche universitarie svolte sul campo in Italia, ho sostenuto che da una parte lo smartworking ha migliorato l’approccio al lavoro, garantendo una maggior flessibilità, eliminando lo stress legato agli spostamenti casa-lavoro e aumentando la soddisfazione lavorativa. In molti casi tutto questo farebbe aumentare la produttività del lavoro svolto. 

D’altro canto gli aspetti negativi dello smartworking sono il minor senso di appartenenza che produce, un senso di solitudine e alienazione e la cosiddetta “zoom fatigue”: una sensazione di fatica e disagio legata alle numerose videoconferenze, ai problemi di connessione e al fatto che chi lavora tende a fare altre attività contemporaneamente. 

In realtà lo smartworking è una cosa seria, è tempo di lavoro a tutti gli effetti e richiede un ambiente privo di distrazioni e una pianificazione accurata delle proprie attività, rispettando le nostre routine: gli orari dei pasti, dell’addormentamento e iniziando a lavorare più o meno sempre alla stessa ora.